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Il bello o il vero: scultura e tecnologia a Napoli


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Il bello o il veroIl Bello o il Vero. La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento, è una mostra che coniuga la fruizione artistica e le nuove tecnologie. La collettiva è una delle linee di ricerca sulle quali DATABENC – Distretto ad Alta Tecnologia dei Beni Culturali – sta operando sin dalla sua costituzione e rientra nell’ambito di OPS (Opere Parlanti Show), un progetto di ampio respiro, finanziato dal MIUR, che riguarda la ricerca scientifica, la catalogazione e la comunicazione, mediante l’applicazione di nuove tecnologie al patrimonio culturale, con particolare riferimento a modelli interattivi impiegati nei musei.

L’evento espositivo vuole essere la prima verifica delle attività di ricerca sviluppate dal Distretto. Di fatto, ciò che OPS persegue, è un innovativo modello esperienziale, che valorizza la complessità del patrimonio culturale, attivando un canale comunicativo aperto e diretto, tra visitatore e oggetto artistico.

Attraverso l’applicazione del paradigma dell’Internet of Things (IoT), i capolavori si rendono accessibili al pubblico, interagiscono con voce propria, comunicando informazioni specifiche. Le opere d’arte sono associate a uno “smart cricket”, un sensore mini-invasivo e capace di trasformare la ricezione passiva, meramente visiva, in un ambiente dinamico, dialogico e coinvolgente. Per questo, il sensore, nel suo concept definitivo, è anche in grado di mettere in contatto i visitatori, che possono condividere opinioni ed esperienze, sviluppando una nuova rete rapportabile al “social-networking”.

Il modello di comunicazione che si instaura tra i visitatori e gli “smart crickets” si basa sull’impiego delle moderne tecnologie Wi-Fi e Bluetooth, veicolate attraverso l’utilizzo di dispositivi largamente diffusi, come smartphone e tablet.

Questa sperimentazione abbraccia anche altri ambiti, scientifici e divulgativi, per fornire un’esperienza fruitiva completa. Dalle ricostruzioni 3D e navigazioni virtuali su schermi ad altissima risoluzione, ai contenuti multimediali, tra cui la visita virtuale del percorso espositivo, diffusi su canali OTT TV, fino a convegni di approfondimento e agevolazioni per ipovedenti, ogni aspetto è stato curato in funzione di un’idea inclusiva di diffusione e condivisione del sapere.