Scroll to top
© Databenc 2020 - VAT 07324311211
Share

Mefite: viaggio tra vita e morte


data_articolo

Prima di iniziare a parlare di Mefite e di tutto ciò che la circonda, si ha il bisogno di soffermarsi su un piccolo paese in provincia di Avellino che conta a malapena novecento abitanti e richiama alla mente un borgo medievale. Il complesso si basa su varie abitazioni di stampo antico e a sovrastare il tutto ritroviamo la torre del vecchio castello diventata insieme al lago della Mefite simbolo di Rocca San Felice.

Rocca-San-Felice1

ROCCA SAN FELICE

Il Santuario della dea lo ritroviamo nella valle d’Ansanto. Fu il santuario eporico delle popolazioni italiche delle zone montuose dell’interno dove Mefitis, oltre ad essere la dea della salute era insieme dea della sorgente, delle capre, dei campi e della fecondità. Pertanto essa si caratterizza come divinità agreste, tutelatrice di una popolazione rurale e pastorale. Proprio questa primitiva valenza rispetto al mondo agreste rendeva questa dea la protettrice anche del mercato e dello scambio tanto da trovare proprio nell’area dei santuari, luogo di incontro oltre che meditazione, una perfetta armonia tra venerazione e commercio degli armenti e delle mercanzie. Nei pressi del santuario inoltre avvenivano diverse celebrazioni, soprattutto ogni 10 luglio (la data che probabilmente è stata conservata negli anni da quei popoli) si celebrava una festa, annunciata con inni e canti accompagnati da flauti e trombe, indicante di solito la fine della mietitura. Durante questa celebrazione venivano portati avanti gli animali di solito una pecora e un toro che durante il loro cammino a differenza dell’inizio della celebrazione venivano accompagnati da un grande silenzio. Solo al momento di un’alzata di braccia da parte dei vittimari in segno che le vittime avevano esalato l’ultimo respiro, esplosero gemiti di soddisfazione. Fu quasi il grido unanime di tanti cuori in attesa davanti alla sbalorditiva potenza della dea che prendeva visibilmente parte al sacrificio.

Mefite

La Dea Mefite

In seguito l’evolversi del culto ha proteso mefite verso i benefici derivanti dall’utilizzo delle acque termali e quindi solforose connesse alla valenza di “sanatio”, dal momento che le acque e i fanghi solforosi, per il loro alto contenuto di zolfo, potevano essere adoperati per la cura di malattie umane.  Luoghi come la valle d’Ansanto non possono non essere citati da grandi letterati e anche se non fu il primo, una descrizione di questo luogo ci viene offerta da Virgilio nell’Eneide dove si può leggere:

“C’è un posto nel mezzo dell’Italia sotto alti monti, nobile e celebrato per fama in molte contrade, la valle di Ansanto: questo luogo è chiuso da entrambi i lati da nereggianti pendici boscose e in mezzo un fragoroso torrente fa rumore per i sassi e per il tortuoso vortice. Qui si mostrano un’orribile spelonca e gli spiragli dell’implacabile Dite, e dallo squarciato Acheronte (Averno) una grande voragine spalanca le pestifere fauci; qui si gettò l’odioso nume della crudele e spaventosa Erinni e disappestò terre e cielo”.

mefite-Rocca-San-Felice-00006

LAGO DELLA MEFITE

 

Cattura

LAGO DELLA MEFITE VISTO DAL SATELLITE

Con questi versi Virgilio descrive, in maniera viva ma largamente immaginaria, l’esalazione mefitica della Valle di Ansanto in Irpinia. La vista di questa esalazione è cosa ammirevole anche per l’odierno visitatore. Questo sito archeologico è uno dei più documentati, è il sito con il maggiore numero di foto protette da copyright in rapporto alla percentuale esistente. Chi scatta una foto qui non fa un reportage, ma compie una vera impresa, non solo perché è praticamente impossibile trovare da soli il lago, visto che non c’è nessuna indicazione dalla rete, né indirizzi validi da Tom Tom, se pure una rete telefonica ci fosse, ma soprattutto perché qui diventa quasi impellente la sensazione di portare prove di un altro mondo. Per assurdo, fare comunicazione sulla Mefite per generare ricchezza può essere incredibilmente facile, perché ha fatto tutto la natura. Le caratteristiche geologiche, geofisiche e chimiche sono assolutamente peculiari e, come se non bastasse, ci troviamo in uno dei luoghi più antichi d’Italia che conserva resti della sua vegetazione originaria.