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OLOGRAFIA INTERATTIVA


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COME FUNZIONA L’OLOGRAFIA INTERATTIVA

L’olografia interattiva è una tecnica in grado di produrre immagini tridimensionali. La visione umana è possibile grazie alla luce riflessa dagli oggetti che ci circondano, ciascuno dei quali diffonde uno specifico fronte d’onda luminoso che raggiunge i nostri occhi, sulla cui retina si forma l’immagine. La percezione della terza dimensione è dovuta al fatto che ciascun occhio vede una porzione diversa di tale fronte d’onda.

Grazie alla tecnica olografica, su una singola lastra è possibile registrare e successivamente riprodurre fedelmente il fronte d’onda originato dall’oggetto. Ciò rende possibile vedere l’oggetto medesimo in tre dimensioni come se fosse realmente presente, da vari angoli e senza la necessità di utilizzare occhiali o dispositivi speciali. È anche possibile registrare su un’unica lastra diversi ologrammi, ciascuno dei quali è visibile da un diverso angolo di osservazione.

CAMPI FLEGREI E OLOGRAFIA

Specificamente per la Mostra è stato creato un ologramma in luce bianca, in cui cinque diverse pagine del testo Avanzi delle antichità esistenti a Pozzuoli Cuma e Baja di Paolo Antonio Paoli (1768), sono state registrate su un’unica lastra. Per visionare le diverse pagine, il visitatore può spostarsi per osservare la lastra da diverse angolazioni, oppure può utilizzare comandi gestuali. Il sistema è infatti regolato dal controllo robotico dell’illuminatore della lastra, che reagisce ai movimenti della mano dell’osservatore. Grazie ad un braccio robotico a controllo gestuale su cui sono montate tre lampade, la sorgente di luce si sposterà nella direzione dettata dal movimento della mano dell’utente, permettendogli di osservare il testo da diverse angolazioni senza doversi fisicamente spostare intorno all’ologramma.

L’OLOGRAMMA DI APOLLO

L’ologramma interattivo della Testa di Apollo dell’Omphalos è stato realizzato tramite un prototipo di piramide per la proiezione multischermo interattiva. La scultura originale fu portata alla luce nel 1965, presso il Palatium imperiale di Baia, a Est delle cosiddette Terme di Mercurio. Il marmo bianco di cui è composta è in parte scheggiato e fratturato.

La scultura è esposta nella Mostra proprio di fianco alla piramide interattiva. Lo scopo è quello di mostrare al visitatore le possibilità, per certi versi complementari, offerte dalle nuove tecnologie nella fruizione delle opere d’arte.

Non appena il visitatore si trova in prossimità della statua, l’Apollo inizia a raccontare la sua storia. L’opera è osservabile simultaneamente da tre diversi punti di vista. L’osservatore può ruotarla tramite comandi gestuali e ingrandirla per apprezzarne i dettagli. Anche quelli che potrebbero sfuggire osservando l’opera nella sua installazione fisica.

L’olografia interattiva è stata interamente sviluppata dall’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISASI-CNR) e dall’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICAR-CNR).

Olografia Interattiva