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La valorizzazione attraverso i social media


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Internet è intorno a noi, è un vortice che ci ha travolto dalla sua creazione e che corre alla velocità della luce.

Praticamente è un mondo parallelo, nel quale ognuno di noi ha delle proprie caratteristiche ed una propria identità.

Come ci si può inserire in un mondo così virtuale? Ovvio, attraverso l’utilizzo dei social media.

Il social, infatti, nasce con lo scopo di condividere e diffondere informazioni in forma audio, video o testuale.

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I contenuti digitali attraggono tutti, dall’esperto al principiante: ciò che stupisce è la facilità nell’utilizzo dei social e il fatto che qualunque cosa possa diventare “virale” in pochi minuti. È per questo che, quasi alla fine della nostra esperienza di Alternanza Scuola Lavoro, la creazione di pagine sui social era quasi indispensabile per comprendere fino in fondo il significato della valorizzazione dei beni culturali.

La nostra classe, la 5F del liceo scientifico Mancini di Avellino, ha partecipato ad un percorso che s’incentra proprio sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e che si propone come profilo di uscita quello di promotori culturali. Abbiamo lavorato in collaborazione con l’Università degli studi di Salerno e con Databenc, il Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali.

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L’applicazione di strumenti tecnologici per la promozione e valorizzazione dei beni culturali è molto attuale: sono sempre di più le pagine di musei e siti archeologici, che hanno la possibilità in questo modo di aumentare la loro visibilità e di fornire qualcosa di più accattivante ai loro utenti. Tutto ciò ha inevitabilmente un forte impatto sul turismo.

Molti beni sul nostro territorio non sono pubblicizzati, rimangono nascosti e dimenticati. L’Italia, che ha un patrimonio artistico molto ricco, è piena di siti che necessitano di essere “rilanciati” e che potrebbero essere una miniera d’oro per molte realtà provinciali e non.

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Come utilizzare allora un social per un contenuto essenzialmente storico-archeologico?

Tecnologie e beni culturali, apparentemente due strade distinte, possono trovare un punto d’incontro, unirsi e diventare una strada sola, quella della valorizzazione del patrimonio.

Questo è l’obbiettivo del nostro percorso e il social può diventare un mezzo, perché assicura velocità ed efficacia allo stesso tempo.

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Il nostro primo approccio con i social è avvenuto quasi senza che ce ne accorgessimo: non a caso siamo chiamati “nativi digitali”.

Nell’ambito delle attività svolte con l’Alternanza Scuola Lavoro, il primo evento grazie al quale abbiamo potuto testare le nostre abilità e conoscenze riguardo ai social è stato “Cittadinanza Digitale”, un programma trasmesso da Digitalia sulla rete e reso così raggiungibile da un numero elevato di utenti.

Un social in particolare, Twitter, ci ha permesso di interagire direttamente con gli ospiti della trasmissione, facendo domande ed ottenendo in maniera istantanea risposte.

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Twitter ci ha permesso anche un buon utilizzo in occasione di un secondo evento, per la presentazione dei risultati dei progetti Databenc CHIS e SNECS.

In quell’occasione siamo diventati parte integrante dell’organizzazione e ci siamo occupati della pubblicizzazione su ogni social, principalmente Twitter, Instagram e Facebook. Twitter ci ha anche permesso, una seconda volta, di comunicare con i relatori e di capire di più sugli argomenti trattati.

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Abbiamo però capito il vero valore del social solo applicando alla realtà la teoria sulla comunicazione. Il primo passo è stato quello di una pagina Facebook, “Quinta F Liceo Mancini 2017 – Alternanza Scuola Lavoro”, che racconta la nostra esperienza e illustra le competenze acquisite attraverso l’incontro con realtà aziendali che si occupano dei beni culturali da più punti di vista, da quello archeologico a quello tecnologico.

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Attraverso i post si possono notare i diversi cambiamenti ottenuti durante il percorso ed è questo anche lo scopo comunicativo della pagina Instagram.

Con commenti più sintetici ed immagini ad alta risoluzione, l’utente può seguire la nostra “storia” passo per passo e conoscere insieme a noi anche alcune delle bellezze irpine.

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Il linguaggio, diverso per i due social, è stata un’altra abilità importante de sviluppare, poiché deve essere chiaro, diretto e facilmente comprensibile.

Anche se sembra semplice, noi ragazzi sappiamo bene che c’è una bella difficoltà di base ma siamo riusciti a sconfiggerla grazie ai nostri tutor e agli esperti di vari campi che ci hanno seguito, senza lasciare nessuno di noi indietro.

Infine ci siamo chiesti: è utile il social per il miglioramento della fruizione del bene culturale e per dare una spinta significativa a livello economico?

La nostra risposta è: assolutamente sì.

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